Il viaggio per mare, da sempre contraddistinto dalla possibilità del naufragio, ha caratterizzato il trasporto degli schiavi africani nei secoli passati e rimane la cifra caratteristica dell’attuale migrazione dall’Africa verso le coste europee.
La sistemazione degli schiavi a bordo di navi appositamente attrezzate era rigidamente regolata dalla legge economica del massimo profitto. Nei meticolosi disegni d’epoca che riproducono le stive e i ponti delle navi negriere, tutto ciò è ratificato con raggelante chiarezza: la fisicità individuale è abolita, sostituita da un’unica massa corporea costretta come tale a conformarsi al ventre profondo e inospitale della stiva.
La medesima logica mercantile regola oggi il passaggio per mare dei migranti; ammassati a bordo di natanti precari, i nativi africani affrontano la traversata del Mediterraneo in condizioni di cattività analoghe a quelle collaudate a suo tempo.
Sans Papier immagina il viaggio dei migranti africani considerando la provocazione che questa operazione comporta.
Una proiezione descrive il tema della fuga e dello smarrimento: la fuga costante è la condizione di vita dei clandestini.
La serie di disegni estrapolati da stampe navali d’epoca invitano a riflettere sull’altro, preminente, dato di cronaca, quello cioè del trasporto per mare dei migranti.
Le persone diventano pure silhouettes, ombre senza spessore, emblemi di una condizione esistenziale ridotta a nient’altro che a un pattern grafico privo di vita e anima.