Massimo Cartaginese, conseguita la laurea in Architettura allo IUAV di Venezia, viaggia in Asia per un decennio lavorando come designer. Rientrato in Italia, inizia ad occuparsi di arte pubblica e realizza con il collettivo Voyagerlab, di cui è ideatore, numerosi interventi di interesse ambientale e sociale (Phonosfera, 2016; Lapidario, 2015; Paesaggi interrotti, 2009; Contro la linea retta, 2002). Gli stessi temi caratterizzano in gran parte anche la sua produzione individuale (Pneuma, 2021; Safari, 2020; I passi, 2018; In mare è sempre inverno, 2015;Terrae quati Motibus, 2017). Collabora a più riprese con Valerio Dehò, Gabriele Perretta, Gabriele Tinti. Tra le partecipazioni a rassegne d'arte e di architettura, ricordiamo la personale alla Pinacoteca Podesti (Ancona 2020), Me, myself, and I (Pinacoteca Albertina, Torino 2019), Blooming Festival (Pergola 2018), Mediamorfosi (Napoli 2011), XD1 (Milano 2011), Model-Raum (Berlino 2006), Geopuzzle (Sassoferrato 2006), Progetto Voyager (Ancona e Spalato, 2002-2004), Nove progetti per nove città, (XVII Triennale di Architettura di Milano 1987). È autore della collezione eco fashion Aynakuart e delle illustrazioni e motion graphic de Il serraglio di Velemir Chlebnikov, presentati al Circolo dei Lettori di Torino, 2022.